CALABRIA – Disabile escluso dalla gita, la reazione della società civile

CALABRIA

Disabile escluso dalla gita, la reazione della società civile

Eugenia Ferragina catanzaro

«Sono commossa dalle attenzioni ricevute nelle ultime ore»: a dirlo è la mamma del ragazzino disabile escluso dalla gita scolastica a Matera o, meglio, alla quale non era stata comunicata l’uscita didattica. La notizia, riportata ieri sulla nostra testata, ha fatto in poche ore il giro della penisola ed è rimbalzata sui principali quotidiani nazionali.

«La maggior parte delle associazioni che operano sul territorio nel campo della disabilità – ha aggiunto la donna – mi hanno contattato per esprimermi solidarietà».

Sui social centinaia i messaggi di ammonimento nei confronti del docente dell’istituto catanzarese (del quale omettiamo il nome proprio a tutela del minore coinvolto) che si è scusato con la madre ammettendo di “essersi dimenticato” di fare la dovuta comunicazione.

In merito si è espresso il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia della Regione Calabria: «Ho appreso dagli organi di informazione dell’ennesimo caso successo in Calabria, a Catanzaro, di un bambino disabile “dimenticato” in classe dai docenti di un istituto comprensivo mentre il resto dei compagni si trovava in vacanza. Confesso sgomento per questo tipo di “superficialità” e mi astengo momentaneamente da ogni ulteriore commento in attesa che nelle prossime ventiquattro ore il direttore dell’Ufficio scolastico regionale comunichi alla famiglia del bambino ‘dimenticato’ e all’opinione pubblica calabrese le eventuali iniziative predisposte, adeguate alla gravità dell’episodio».

«Vergogna rabbia e amarezza – sono le parole contenute in una nota trasmessa dalla consigliera comunale Cristina Rotundo, unitamente alle associazioni Angsa Catanzaro, Aipd Catanzaro e Meda-Movimento europeo diversamente abili -. Nonostante le statistiche riportino una crescita della partecipazione dei ragazzi con disabilità, purtroppo si registrano ancora casi di esclusione dai viaggi d’istruzione. Non ci sono scuse, né giustificazioni a questo grave atto di “voluta discriminazione”. È una sconfitta amara dell’alleanza scuola-famiglia, della comunicazione, della comunità intera e del principio stesso di inclusione».

Le associazioni e il consigliere ricordano come il Tribunale dei diritti dell’Anffas, si sia pronunciato su un episodio analogo: «Una scuola che organizza una gita d’istruzione ma non mette in essere comportamenti coerenti per consentire la partecipazione di tutti gli alunni, compresi quelli con disabilità, di fatto pratica una discriminazione nei confronti degli studenti disabili. In questo caso, è competente il giudice civile ordinario che può riconoscere il risarcimento del danno non patrimoniale in via equitativa e secondo parametri discrezionali».

Intanto, il caso del piccolo Andrea – il nome è di fantasia – ha provocato la reazione di altre mamme che hanno vissuto o vivono le stesse situazioni ma senza avere il medesimo coraggio e, ora, vogliono essere ascoltate.

Marziale: «Entro 24 oreattendo iniziative da partedell’Ufficio scolastico»

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