Donazioni detraibili dalle tasse, fine delle disparità: onlus uguali ai partiti

La legge di stabilità aumenta da 2 mila a 30 mila l’importo massimo su cui calcolare il 26% di detrazione fiscali alle onlus: è lo stesso limite previsto per i partiti politici, superato il sistema dei due pesi e due misure.

ROMA – Potrebbe essere la fine del sistema “a due pesi e due misure”, quello che rendeva molto diverse le erogazioni liberali – cioè le donazioni – versate alle onlus da quelle versate nelle casse nei partiti. La legge di stabilità approvata dal governo Renzi contiene infatti all’articolo 15 una misura che, in attesa che con la riforma del terzo settore venga riordinato l’intero sistema fiscale e tributario per i soggetti del non profit, stabilisce che a partire dal 2015 le donazioni alle onlus saranno fiscalmente detraibili nella misura del 26%, per importi non superiori a 30 mila euro. La modifica, rispetto alla normativa attuale, sta proprio in quest’ultima sottolineatura: il limite massimo oggi in vigore è appena superiore ai duemila euro (2065,85 euro), quindici volte più basso di quello concesso ai partiti politici, che è appunto di 30 mila euro. Il provvedimento appena presentato dal governo, innalzando il tetto massimo di detrazioni per le onlus di fatto le equipara in toto – dal punto di vista delle detrazioni fiscali – ai partiti politici: chi donerà alle prime piuttosto che ai secondi non avrà più dunque quel peggiore trattamento fiscale che oggi deve sopportare.
Fino ad oggi c’è sostanziale parità di trattamento – dal punto di vista dello sconto fiscale riconosciuto dallo Stato – solo fra due cittadini che donano, l’uno ad un partito e l’altro ad un’associazione, una somma fino a 2 mila euro annui: entrambi si troveranno con circa 530 euro in meno da pagare. Se però le somme salgono, oggi la loro situazione è molto differente. Donando 30 mila euro ad un partito lo sconto fiscale riconosciuto è di 7800 euro, donando gli stessi 30 mila euro ad una o più associazioni il vantaggio fiscale è invece limitato a 537,12 euro (il 26% di 2085,65 euro). Più di quattordici volte di meno. E’ vero che le norme per le erogazioni liberali alle onlus prevedono, se più favorevole a chi ha donato (e molto spesso lo è), di scegliere non la detrazione dall’imposta ma la deduzione dal reddito imponibile su cui poi l’imposta sarà calcolata, cosa che fa crescere lo sconto fiscale effettivo goduto dal contribuente, ma rimane il fatto che sul versante delle detrazioni fiscali la differenza era davvero evidente. E soprattutto difficilmente giustificabile. Tanto che le proteste, nei mesi scorsi, non erano certo mancate, soprattutto all’indomani dell’approvazione della nuova legge sul finanziamento ai partiti.

Se dunque il testo del governo sarà confermato e se in Parlamento la norma sarà confermata, a partire al prossimo anno se ho la fortuna di avere diecimila euro e voglio fare una donazione, il fisco si comporterà con me non più in modo diverso ma in modo assolutamente identico qualsiasi sia la realtà o organizzazione alla quale sceglierò di donare i miei soldi: se li regalo ad una mensa dei poveri o a chi fa assistenza ai malati terminali avrò un bonus fiscale non più solo di 537,12 euro (come avviene oggi) ma di 2.600 euro, esattamente la stessa cifra che mi viene restituita dal fisco e li verso nelle casse del mio partito. Certo, se invece che ad una onlus o ad un partito scelgo di cambiare strada e di donarli per il restauro di un monumento pubblico avrò dallo Stato (Art Bonus al 65%) un credito d’imposta di 6.500 euro (divisi però in tre rate annuali): ma qui ci avventuriamo su altre strade ed altre esigenze, perché si tratta di patrimonio culturale e l’Italia, si sa, alla cultura (e al suo restauro, considerata la situazione critica in cui versa) ci tiene particolarmente. (ska)
fonte: www.redattoresociale.it

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