Istruzione, l'Italia spende meno della media Ue: "Scelta miope"

Dossier dell’Osservatorio sulla povertà realizzato da Con i Bambini e Fondazione Openpolis. L’Italia spende in educazione il 3,9% del pil, un dato inferiore alla media Ue (4,7%) e dei maggiori paesi europei. Negli anni della crisi, tra il 2009 e il 2012, la spesa è scesa da 72 miliardi annui a 65,4.
ROMA – L’Italia spende in educazione il 3,9% del pil, un dato inferiore alla media Ue (4,7%) e dei maggiori paesi europei. La spesa (dalle scuole per l’infanzia alle università) nei primi anni della crisi, ovvero tra il 2009 e il 2012, è scesa da 72 miliardi annui a 65,4. Ma già prima il nostro paese si collocava nella seconda metà della classifica europea per percentuale di spesa in istruzione rispetto al pil e dal 2011 stabilmente negli ultimi posti. Nel 2016 (ultimo anno Eurostat disponibile) risultava quintultima tra i 28 paesi dell’Unione europea con 65,6 miliardi di spesa. Se si considera poi la spesa rispetto al numero di studenti (calcolata da Ocse), negli ultimi anni l’Italia ha registrato un incremento, che resta inferiore rispetto a quello di altri grandi paesi europei, come Francia e Germania. Lo sottolinea l’ultimo dossier dell’Osservatorio sulla povertà realizzato da Con i Bambini e Fondazione Openpolis, “L’Italia spende meno della media europea in educazione”.
Rispetto ai 28 paesi dell’Unione europea la percentuale di produzione economica spesa in istruzione è passata dal 4,9% del 2008 al 4,7% del 2016, un dato tendenzialmente stabile, commentano gli osservatori. Rispetto al 2008 Francia e Germania hanno speso di più in istruzione, mentre l’Italia meno. La Francia per mantenere il 5,4% del pil destinato all’istruzione ha aumentato la spesa da 107 miliardi nel 2008 a circa 120 nel 2016. Anche la Germania, in base ai dati Eurostat, nello stesso periodo è passata da circa 100 miliardi in educazione (3,9% del pil) a oltre 132 (4,2% del pil). Negli altri maggiori paesi europei la quota di pil si è ridotta. Per l’Italia questo è vero in particolare tra 2009 e 2011, anni in cui è passata dal 4,6% del pil al 4,1% (in termini assoluti da oltre 70 miliardi a circa 65) e negli anni successivi si è stabilizzato su questa cifra (pari a circa il 4% del pil). Nel Regno Unito la quota di spesa in istruzione è passata da oltre il 6% negli anni tra 2008 e 2010 al 4,7% del 2016.
“La quantità di spesa da sola non è una garanzia, né tantomeno un indicatore, della qualità del sistema educativo. – sottolineano gli osservatori – Ma questi dati messi in fila raccontano di un paese che spende meno degli altri maggiori partner europei nell’istruzione. Una scelta che rischia di essere miope. Nell’immediato, per le opportunità offerte ai più giovani. Sul lungo termine, per gli stessi presupposti di crescita del paese”.
Fonte Redattore Sociale

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