La parrocchia "Madonna di Pompei" si attiva per le famiglie in stato di bisogno

Fin dall’inizio del primo lockdown, nell’ormai lontano marzo scorso, la Parrocchia “Madonna di Pompei” nel quartiere Sant’Antonio di Catanzaro, attraverso la Caritas Parrocchiale, si è prodigata, attraverso una capillare organizzazione e buona programmazione, a venire incontro alle esigenze delle tante famiglie che hanno visto ridotto di molto il loro budget familiare, anche con consegne a domicilio per chi impossibilitato a muoversi autonomamente.
E così, non solo i soliti utenti hanno fatto capolino, per ricevere un pizzico di attenzione oltre che di aiuto alimentare, ma anche famiglie che si sono confrontate, per la prima volta, con i disagi economici della pandemia. La parrocchia quindi, analizzando questa generalizzata difficoltà, ha subito cooptato dei collaboratori, sottraendoli a quei servizi che la pandemia non avrebbe permesso loro di lavorare e costituendo un gruppo nutrito e volenteroso che si è subito mosso ad implementare l’approvvigionamento delle derrate alimentari.
Oltre al Banco Alimentare, che da sempre svolge questo servizio, ha creato contatti con L’associazione Arca di Milano e il Gruppo Emergenza Rupe Ventosa Lions Italy di Catanzaro. Anche l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, sia con il Boccone del Povero ma anche con la premura del vescovo che ha creato una collaborazione con il Banco Alimentare Regionale, fornisce alla parrocchia, mensilmente, derrate alimentari. Ovviamente ci si è mossi anche con i carrelli solidali predisposti ai supermercati della zona e soprattutto sono da ringraziare le tante persone che frequentemente portano buste di spese sempre per questo scopo. Certamente ci troviamo di fronte adesso alla seconda ondata, e i volontari non vogliono essere presi di sorpresa, ma anzi pronti e motivati, soprattutto dall’ultima Enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti” e dal Messaggio del nostro vescovo mons.
Bertolone in occasione della IV Giornata Mondiale dei Poveri si prodigheranno a fare tutto ciò è nelle loro possibilità ed anche di più, perchè come diceva il leggendario capo tribu degli indiani Sioux Toro Seduto: “Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.”
Fonte: Catanzaro Informa

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