Povertà. L’Inps: per potenziare il Rei servono altri 6 miliardi

Relazione annuale dell’Inps. Oltre 248 mila i nuclei beneficiari del Rei, di cui più della metà al Sud e sulle Isole. Tuttavia, per l’Istituto di previdenza l’attuale misura è in grado di raggiungere solo il 29 per cento dei poveri assoluti. Con qualche modifica e portando il Rei a 8 miliardi l’anno si avrebbero risorse per tutti.

ROMA – Servirebbero altri 6 miliardi l’anno per potenziare il Reddito di inclusione migliorando le erogazioni e aumentando il numero dei beneficiari. È quanto sostiene l’Inps nella sua relazione annuale presentata oggi in conferenza stampa dal suo presidente, Tito Boeri. Al 22 giugno, si legge nella relazione annuale, sono 248 mila i nuclei familiari percettori del Reddito di inclusione. Gli attuali beneficiari sono soprattutto al Sud e sulle Isole (circa 175mila), segue il Nord Italia con circa 42 mila, infine il Centro Italia con circa 30 mila nuclei che ricevono il sostegno economico. Oltre questi dati, andrebbero ancora considerati i dati del Sia. Sebbene non sia più possibile fare domanda per il vecchio Sostegno all’inclusione attiva (dal 2018 c’è solo il Rei), ci sono ancora dei nuclei familiari che lo percepiscono. Le ultime domande per il Sia, infatti, sono state raccolte a fine ottobre 2017 e il beneficio dura 12 mesi. Chi vuole può chiedere il passaggio al Rei, ma chi l’ha ottenuto, potrà anche mantenerlo fino ad esaurimento, ovvero fino a ottobre 2018, come è emerso dalla conferenza stampa sul Rei organizzata sempre dall’Inps nel mese di marzo 2018. Secondo la relazione annuale dell’Inps, inoltre, nel 2017 ci sono stati oltre 635mila nuclei beneficiari del Sia (con almeno un accredito nell’anno).

Il ReI, però, secondo l’Inps può ancora migliorare. Con le attuali risorse, il numero dei beneficiari dei ReI è di circa 1,46 mila individui (525mila nuclei), ovvero il 29 per cento delle persone in povertà assoluta secondo i dati dell’Istat presentati lo scorso giugno, che ha stimato la presenza di 5 milioni di persone in povertà assoluta in Italia. Per l’Inps, però, si può fare ancora di più (semmai il ReI dovesse continuare ad esistere così com’è). Per l’Inps, infatti, occorre intervenire positivamente sull’ammontare dell’erogazione economica, sui vincoli presenti per rendere più ampia la platea dei beneficiari e su quei meccanismi che attualmente creano una sorta di “trappola della povertà” per cui il beneficiario assiste ad una “improvvisa perdita dell’intero assegno a seguito della crescita del reddito di un solo euro”. In termini di copertura “ne beneficerebbero circa 5 milioni di individui – si legge nella relazione -, raggiungendo così sostanzialmente la totalità dei poveri assoluti stimati dall’Istat (contro l’attuale 29 per cento)”. Il miglioramento del Rei, tuttavia, ha un costo. Così come pensato dall’Inps, la misura a regime richiederebbe ben 8 miliardi di euro, ovvero 6,2 miliardi in più di quanto costa l’attuale Rei. (ga)
Fonte Redattore Sociale

 

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