Servizio civile, “per gli enti nessuna compartecipazione economica”

Festa nazionale welfare del Pd. Boschi rassicura le organizzazioni che temono di essere chiamate a partecipare al costo dei volontari: “L’intento è un altro”. Giudizio positivo sul servizio civile nella scuola. E sugli stranieri oltre alla Cassazione si attende anche il parere del Consiglio di Stato.

LIVORNO – “Credo che la delega, di cui discuteremo nelle prossime settimane, intendesse fare agli enti accreditati per il servizio civile una proposta di compartecipazione ai progetti più che economica: vedremo nella discussione quali strade intraprendere per una condivisione dei progetti anche con gli enti locali”. Così Maria Elena Boschi, ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento, risponde nel corso della festa del Partito democratico a Livorno, a chi le chiede conto delle perplessità suscitate fra le organizzazioni del terzo settore l’ipotesi di una “compartecipazione” avanzata nel testo della legge delega all’esame del Parlamento. Un riferimento che ha fatto e fa temere alcuni che gli enti che accolgono i volontari del servizio civile possano essere chiamati a farsi carico almeno di una parte del loro costo. “E’ evidente e vorrei che fosse chiaro – aveva appena detto il portavoce del Forum del terzo settore, Pietro Barbieri – che le organizzazioni non sono in grado di pagare il servizio civile: la contribuzione che già oggi le organizzazioni fanno è quella di non prendere un euro per la gestione dei progetti, che ricadono appunto su di esse. Oggi le risorse stanziate per il servizio civile vanno interamente ai giovani, non c’è un solo centesimo che passa per le organizzazioni”. “Il servizio civile – aveva continuato – è un’esperienza straordinaria di vita, di educazione, di cittadinanza attiva, una palestra di vita che il terzo settore si impegna a vivere e a gestire gratuitamente, ma certo se lo deve pure pagare diventa parecchio complicato”. Boschi dunque rassicura sul significato di “compartecipazione” e non considera un problema il fatto che le linee guida della riforma della scuola, recentemente rese note dal governo, prevedano attività legate al servizio civile (il “Servizio civile per la buona scuola”). “Non dobbiamo ragionare a compartimenti stagni, il terzo settore non è separato dal resto, è un motore di rilancio per il paese e non è separato dal mondo della scuola o dell’impresa. non trovo difficoltà ad immaginare che il servizio civile possa comportare per alcuni un impegno nelle scuole e giudico positivamente il fatto che il servizio possa essere considerato come credito formativo per chi studia all’università”.

Quanto all’apertura o meno del servizio civile agli stranieri, “abbiamo una sentenza della Corte di giustizia europea” che è molto importante – dice Boschi – mentre il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, ha ricordato che la Cassazione sta esaminando il ricorso presentato dal Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale contro la decisione della Corte d’Appello di Milano che aveva ammesso un giovane straniero escluso – secondo la normativa nazionale – dal bando. Ma Bobba ha anche rivelato che l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro e delle Politiche ha chiesto al Consiglio di Stato “la disapplicazione” di quella norma: “Il Consiglio di Stato si è pronunciato lo scorso 9 settembre ma non sappiamo come, siamo in attesa di conoscerne la decisione”. “Attendiamo di capire quali sono state e quali saranno le decisioni dei vari organi, dopo di che, considerando sempre che abbiamo alle spalle la sentenza della Corte di giustizia europea che ha con certezza dato ai cittadini comunitari la possibilità di partecipare ai bandi del servizio civile, terremo conto di tutto nell’avanzare dell’iter della riforma”.

Fonte:Redattore Sociale

Stampa o condividi