Vibo – VERSO IL VOTO – LA DENUNCIA DEI PORTATORI DI HANDICAP DIMENTICATI DAI CANDIDATI DEL TERRITORIO

VIBO

VERSO IL VOTO – LA DENUNCIA DEI PORTATORI DI HANDICAP DIMENTICATI DAI CANDIDATI DEL TERRITORIO

Disabili assenti dalla campagna elettorale

Gli ospiti della Casa di Anna: «Nessun politico è venuto a trovarci ed a confrontarsi con noi»

 

Vittoria Sicari

A pochi giorni dal voto la disabilità rimane la grande assente nella campagna elettorale e nei programmi dei partiti. Eppure sono 4 milioni gli italiani che convivono con problemi di ogni tipo. Anche in città scarsa attenzione è stata riservata ai portatori di handicap costretti a causa della lentezza delle politiche socio sanitarie a una condizione di marginalità che talvolta raggiunge i livelli della segregazione.

Sono tante le tematiche che andrebbero affrontate: dal diritto allo studio a quello dell’inserimento nel mondo del lavoro; da un maggiore spazio di rappresentanza al riconoscimento per i familiari che si prendono cura di un proprio caro di maggiori tutele dal punto di vista lavorativo.

A sviscerare i problemi che coinvolgono l’universo della disabilità sono i ragazzi della “Casa di Anna” (centro diurno) che ormai hanno concluso gli studi e solo grazie alla struttura – gestita dall’associazione “Come te” – hanno un incentivo per andare avanti.

«Se non ci fossero le associazioni private – sostiene Michele – per chi come me è affetto da disabilità sarebbe una tragedia». Nel Vibonese, infatti, la maggior parte delle famiglie può contare solo sul supporto di questi enti che si prendono cura dei loro ragazzi considerati ormai grandi per proseguire il percorso scolastico e “inutili” sotto il profilo occupazionale.

«A Verona – spiega un operatore del Centro – il Comune ha creato uno spaccio gestito da persone affette da disabilità che funziona benissimo. Nel nostro territorio invece se non fosse per le realtà private i genitori che lavorano avrebbero grosse difficoltà».

A porre l’accento invece sul mancato rispetto delle regole è Giorgio Biondino, il quale riaccende i riflettori sulle tante criticità in cui versa il territorio che spesso limitano la libertà di circolazione dei disabili. Dalle auto parcheggiate sui marciapiedi e sulle rampe, al mancato abbattimento delle barriere architettoniche. Dalle strade “groviera” ai servizi pubblici assistiti inesistenti. «Serve un maggiore controllo», denuncia il ragazzo. Dello stesso avviso Domenico Rovere che invita i cittadini ad essere più civili. Ma, secondo gli operatori del settore, «occorre soprattutto che la politica concentri le proprie energie non solo dove incassa soldi (vedi i parcheggi a pagamento da poco istituiti), quanto piuttosto verso le categorie svantaggiate offrendo la possibilità di rendersi utili in base alle proprie capacità».

Si parla tanto di inclusione sociale, di incremento del fondo per la non autosufficienza, di ausili tecnologicamente avanzati per vivere il più possibile una vita dignitosa, dell’aumento della pensione di invalidità civile che attualmente è considerata “irrisoria” (280 euro netti al mese), ma poi non si fa nulla per mettere in pratica le tante proposte. Fa specie, a parere degli stessi operatori, «che nessun politico e nessun candidato del territorio in questa campagna elettorale abbia promosso un dibattito pubblico aperto attorno alle politiche attive a sostegno di centinaia di donne e uomini con disabilità che vivono nel Vibonese». Certo i finanziamenti ci sono «ma prevedono la compartecipazione ai bandi di vari enti – proseguono gli operatori – e spesso non vengono utilizzati proprio a causa di pastoie burocratiche che complicano sia la realizzazione di progetti che la gestione degli stessi fondi».

Allegato:

Tanti gli ostacoli che limitano i portatori di handicap

Una città “ostaggio” delle barriere

Scale, marciapiedi, gradoni, intercapedini. La città dal centro alla periferia diventa un percorso ad ostacoli per i disabili che ogni giorno sono costretti a fare i conti con mille difficoltà, soprattutto in considerazione del fatto che il completo abbattimento delle barriere architettoniche tarda ad arrivare. Nel 2018, infatti, la città non è ancora in grado di tenere il passo con le altre realtà italiane che si sono ormai attrezzate per rendere più agevole la vita dei portatori di handicap. Sono molti i limiti che attualmente impediscono alle persone con disabilità di usufruire di strutture e servizi, finanche di uffici pubblici. Il risultato è dunque scontato: restrizioni dalla mobilità, all’accessibilità, all’inclusività. Sono queste le criticità con cui devono fare i conti i disabili che spesso rimangono “intrappolati” a causa della segnaletica stradale che è d’intralcio, oppure perchè il marciapiedi è stretto.

Stampa o condividi