Il volontariato dei migranti, ultimo tassello dell’integrazione

 

Il volontariato dei migranti, ultimo tassello dell’integrazione

Mentre il discorso pubblico sull’immigrazione è polarizzato sui toni dell’emergenza, una miriade di attività incide ogni giorno, in modo positivo e reale, su tutti gli aspetti strutturali di questo fenomeno. Molte di tali attività vedono come protagoniste – spesso in collaborazione con enti pubblici – organizzazioni di volontariato che, grazie al loro radicamento sul territorio, sono quasi sempre ideatrici e non solo esecutrici degli interventi.

In diversi casi sono i Centri di servizio per il volontariato a elaborare i progetti (spesso con fondi pubblici nazionali o europei), o a fornire un supporto decisivo per la loro attuazione. Una prima recente ricognizione nella rete dei CSV ha fatto emergere numerose tipologie di progetti realizzati negli ultimi anni oppure in fase di avvio: dalle attività per sostenere le associazioni nella prima accoglienza a quelle per favorire l’integrazione, dai corsi di lingua agli avviamenti al lavoro, dalla ricerca sociale agli eventi culturali e artistici. Fino alle azioni per promuovere la partecipazione dei migranti in attività di volontariato, che sia a livello individuale, all’interno di associazioni italiane o in realtà “etniche” nate per esigenze contingenti di varia natura.

Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che CSVnet ha promosso una ricerca specifica che prenderà corpo tra il 2018 e il 2019 e sarà una delle prime in Italia nel suo genere. Infatti, se fino ad oggi l’interesse accademico e associativo si è concentrato sulle forme di intervento sociale “a favore” dei migranti, pochissimi hanno indagato sul volontariato “dei” migranti come contributo diretto al miglioramento del benessere della società, che spesso si può considerare come uno degli ultimi tasselli per il raggiungimento di una vera cittadinanza e integrazione.

La ricerca sarà coordinata da Maurizio Ambrosini, docente dell’università Statale di Milano e tra i massimi esperti italiani sia di immigrazione che di volontariato, e condotta dal Centro studi Medì di Genova, che ha recentemente realizzato un lavoro simile sulla Liguria. Attraverso raccolte di dati su specifiche aree di partecipazione (ad esempio donazioni, protezione civile ecc.) e in particolare con interviste approfondite, si cercherà di indagare le caratteristiche delle forme di impegno più diffuse tra le persone di origine straniera, sia a livello informale che organizzato: dai così detti lavori socialmente utili dei richiedenti asilo alla diffusione della cultura dei paesi di origine, dall’attivismo nei quartieri al protagonismo delle “seconde generazioni” ecc.

Tutto questo sarà al centro della discussione all’interno del gruppo di lavoro “Volontariato e immigrazione”, uno dei cinque previsti durante la conferenza 2018 di CSVnet a Matera (11-14 ottobre). Il gruppo si aprirà con tre relazioni di inquadramento generale dell’argomento: quella di Ejaz Ahmad, giornalista e mediatore culturale di origine pakistana, in Italia da più di 30 anni, infaticabile animatore di progetti che vedono coinvolte le comunità di migranti; quella di Assita Kone, attivista di origine ivoriana del movimento delle seconde generazioni; e quella di Andrea Torre, del citato Centro Studi Medì.

Diversi CSV hanno già sviluppato risposte per questa relativamente nuova, e sempre più frequente, dimensione dell’impegno civile. Una sua conoscenza approfondita si rende dunque necessaria, se i CSV vogliono assolvere al mandato di promuovere il volontariato in tutte le sue espressioni, anticipando dove possibile tendenze e potenzialità. Dal dibattito si dovrà dunque arrivare alle proposte concrete da presentare a CSVnet affinché dia corpo ad azioni e politiche efficaci sul tema.

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