L'ennesimo rinvio alle cure che penalizza il malato calabrese

La denuncia di Luana Maurotti di “Cal.m.a” sull’inefficienza della sanità regionale

Mi sembra doveroso denunciare l’ennesimo fatto increscioso successo lunedì 19 agosto all’ASL del quartiere Lido di Catanzaro.
Sono Luana Maurotti affetta da LES( Lupus Eritematoso Sistemico).
Per chi non lo sapesse il LES è una malattia autoimmune: in pratica il mio sistema immunitario viene detto “ sistema impazzito”, perché, invece di difendere, attacca gli organi più importanti. Ne sono affetta da ben 20 anni, nel corso dei quali ho perso un rene, ed ho sofferto di vasculite celebrale, fibrosi polmonare,sindrome di Sjogren, fibromialgia, assonopatia  motoria, e Neuroles di recente. Nulla di strano ad avere tutte queste patologie, in quanto come diceva un medico: “ avere una malattia autoimmune è come lasciare una porta accostata, se c’è vento entra vento, se c’è polvere entra polvere, se piove entra acqua e anche un ladro può entrare”, insomma puoi  avere di tutto.
Mi sono presentata, questa sono io! UNA MALATA INVISIBILE MA NON IMMAGINARIA.
Descrivo l’accaduto partendo da una visita chirurgica effettuata nel mese di febbraio, nel corso della quale mi viene incisa una cisti e mi viene detto di prenotare per una visita successiva per estirparne le radici.
Lo stesso giorno provvedo a fare la prenotazione e mi viene dato appuntamento per il 19 agosto alle ore 9  (6 mesi dopo).
Arrivo in struttura giorno 19 e mi sento dire che il medico non c’è e che devo prenotare  di nuovo la visita. A parte l’assurdità del tutto, io ribadisco di aver prenotato la visita sei mesi prima e che, in caso di assenza del medico, sono loro tenuti in automatico a darmi un’altra data per la visita. Descrivo anche le mie problematiche e quanto questi rinvii possano essere rischiosi per me.  Ma loro insistono che le disposizioni sono queste. Provo a chiedere per curiosità quando dovrebbe essere l’ipotetica data, e mi sento rispondere febbraio 2020.
E’ chiaro che la situazione si presenti inaccettabile, in quanto, dalla prima incisione (febbraio 2019) alla prossima passerebbe un anno esatto!
Si parla tanto di prevenzione, ed alla fine per avere un ulteriore appuntamento, tra l’altro per assenza del medico, devo aspettare ulteriori 6 mesi.
Premesso che il medico ha diritto di assentarsi per ferie o malattia, è un essere umano, sono convinta che, come malato, io abbia diritto ad avere delle risposte ad un mio problema.
Che poi non è solo mio, in quanto tutte le persone prenotate hanno avuto la stessa mia risposta.
Ho deciso di rendere pubblico questo episodio, che non è isolato, e quando ho parlato con alcuni conoscenti di questa situazione mi sono sentita dire: “ Ma cosa parli a fare? Non cambierà mai nulla!”. Sarà anche vero che non cambierà mai nulla, ma se tutti facciamo finta di nulla in fatti che riguardano tutti noi, davvero non cambierà mai nulla.
La Sanità calabrese è martoriata da un commissariamento decennale, a discapito di noi malati.
Dieci anni sono lunghissimi, possibile che tutti gli esperti a cui è stato affidato il commissariamento non siano riusciti a tutt’oggi a trovare una soluzione?
Ho visto manifestare gente per tante cose (ben venga la libertà di espressione delle proprie idee!), ma pochi per la disastrosa situazione che si registra nella Sanità calabrese. Possibile che in una Regione con 247000 malati cronici (dati facilmente reperibili) in più rispetto al resto dell’Italia, nessuno abbia  voglia di ribellarsi?
Non voglio assolutamente fare guerra contro le istituzioni, solo trovare soluzioni concrete per noi malati.
I malati calabresi, me compresa, sono stanchi dei “viaggi della speranza” al nord.
Commissario Cotticelli, mi rivolgo anche a Lei per avere una risposta.
Lei sa benissimo che l’emigrazione sanitaria è un ulteriore aggravio alla spesa sanitaria della Calabria. Cosa dobbiamo aspettare dopo 10 anni?  Di morire senza possibilità di curarci? E’ questo che sta succedendo. Lei si basa su dei numeri, ma ha mai pensato di parlare con i diretti interessati? Noi malati siamo i diretti interessati.
E non possiamo dare la colpa sempre ai medici, in quanto hanno delle direttive imposte dal sistema. Non pensa che sia ora di rivedere questo sistema organizzativo? Perché di questo si tratta, anche di cattiva organizzazione.
E’ ora di dire basta a tutto questo!
Non mi nascondo con denunce anonime ma ci metto “la faccia” e le poche energie che la malattia mi lascia.
Ammalarsi non è una scelta ma possiamo scegliere come viverla, la malattia.
Personalmente avrei voluto lottare solo con la malattia, e invece mi ritrovo a lottare contro un sistema che non mi lascia possibilità di curarmi nella mia Regione e mi costringe anche per le cose meno importanti ad andare al nord.
E visto che non tutti possono permetterselo, la gente rinuncia a curarsi in Calabria.
Se invece si ha la possibilità di richiedere le visite a pagamento (nella stessa struttura e con lo stesso medico) magicamente, massimo un giorno,  il posto si trova.
Tutto questo è vergognoso!
In Calabria si muore più facilmente, e questi sono dati reperibili, non parole buttate a caso.
Penso di esprimere la rabbia e il senso di impotenza che vivono tutti i malati calabresi.
Diciamo basta a tutto questo!
I malati calabresi sono malati INVISIBILI ma non IMMAGINARI!
Anche noi esistiamo.
E’ ora veramente di svegliarci e di rivendicare i nostri diritti.
Questa non è e non vuole essere propaganda politica, è un grido disperato al diritto alla cura e alla vita.

Luana Maurotti

Presidente Associazione CAL.M.A.

(Calabria Malati Autoimmuni)

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