10 progetti contro lo sfruttamento degli immigrati

Le iniziative saranno sostenute complessivamente con 3,5 milioni di euro e riguarderanno il contrasto alla tratta, allo sfruttamento sessuale e l’inserimento socio lavorativo.

I progetti prevedono opportunità lavorative per giovani immigrati in nuove imprese per la produzione di birra artigianale, giocattoli e per la vendita di street food; la coltivazione di piante officinali per ricavarne olii essenziali; attività di accoglienza e prima assistenza per vittime di tratta; corsi di formazione finalizzati all’inserimento lavorativo; campagne di sensibilizzazione delle comunità.

Sono 10 i progetti selezionati dalla Fondazione CON IL SUD attraverso la seconda edizione del “Bando Immigrazione”, promosso nei mesi scorsi per favorire l’inclusione lavorativa e il contrasto alla tratta e allo sfruttamento sessuale degli immigrati presenti nelle regioni meridionali (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Le iniziative, sostenute complessivamente con 3,5 milioni di euro (una media di 350 mila euro a progetto) , coinvolgono 109 organizzazioni tra associazioni, cooperative sociali, consorzi, enti pubblici ed ecclesiastici, organizzazioni di volontariato, fondazioni.

Dei progetti selezionati, 2 saranno dedicati al contrasto della tratta – per favorire l’emersione del fenomeno e offrire sostegno a 500 vittime – e gli altri 8 all’inserimento socio-lavorativo degli immigrati, favorendo l’occupazione di circa 200 persone in realtà già costituite o in nuove imprese sociali. Oltre 1.000 immigrati parteciperanno ad attività di orientamento al lavoro, e alcuni avranno l’opportunità di svolgere tirocini formativi in azienda.

Con la prima edizione dell’Iniziativa Immigrazione, promossa nel 2014, la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto 13 progetti assegnando complessivamente 3,7 milioni di euro.

Lo scenario

In Italia vivono stabilmente 5 milioni di persone di cittadinanza non italiana: siamo tra i primi 11 paesi ad accogliere il maggior numero di immigrati su scala internazionale. Quasi il 60% vive al Nord, il 25,4% al Centro, il 15,2% nelle regioni del Sud, specialmente in Campania (28,6% del totale). Queste percentuali, però, non tengono conto degli immigrati irregolari che, sulla base delle stime più attendibili (aggiornate ed elaborate dalla Fondazione ISMU nel suo Rapporto annuale sulle Migrazioni e riferite al 1 gennaio 2016) ammonterebbero a circa 435 mila, l’8% degli stranieri regolari.

A livello occupazionale gli immigrati sono impiegati, così come gli italiani, prevalentemente nel settore dei servizi collettivi e personali (29,8%), nell’industria (18,4%), nel settore alberghiero e della ristorazione (10,9%), nelle costruzioni (9,6%) e nel commercio (8,3%). Nell’insieme di questi settori è impiegato il 77% degli immigrati. Tuttavia, la retribuzione delle persone immigrate è inferiore del 30% rispetto a quella degli italiani, soprattutto per quanto riguarda le donne, aumentando la quota dei cosiddetti “lavoratori poveri”, di cui oltre il 40% del totale degli occupati stranieri fa oramai parte. In linea generale, essere straniere espone le lavoratrici a maggiori rischi di essere impiegate in occupazioni a bassa remunerazione, in quanto poco professionalizzate e specializzate, e in settori dove prevalgono livelli retributivi più bassi della media.

A questo si aggiunge il fatto che spesso lo sfruttamento sessuale è il destino più comune (68% dei casi) che attende le donne immigrate, sempre più spesso minorenni, coinvolte nel traffico di esseri umani. In Italia, il fenomeno riguarda dalle 50 alle 70 mila donne costrette a prostituirsi e circa 150 mila uomini, in gran parte giovani migranti, sfruttati per il lavoro nero.

Sull’argomento, si consiglia di consultare l’approfondimento “Immigrazione e lavoro in Italia” pubblicato ieri su www.conmagazine.it , periodico online edito dalla Fondazione, con dati, commenti e soprattutto storie e esperienze di integrazione.

Di seguito una breve presentazione dei progetti che saranno avviati, suddivisi per regione.

BASILICATA

In provincia di Matera sarà avviato il progetto “GRUYT” (promosso dal Consorzio di cooperative sociali La Città Essenziale, contributo della Fondazione: 360 mila euro). 12 immigrati in uscita dai progetti accoglienza SPRAR saranno coinvolti in attività formative per la produzione di birra artigianale, con l’avvio di un impianto di produzione all’interno di un capannone di 300 mq. Le terre circostanti saranno dedicate alla coltura di erbe e spezie per aromatizzare la birra.

CAMPANIA

Il progetto “Libere tutte!” (promosso da Arci Salerno, contributo della Fondazione: 370 mila euro) sarà realizzato in 25 comuni della Campania. Partendo dai centri di prima accoglienza, prevede attività di individuazione e “aggancio” delle vittime attraverso l’intervento di un’equipe di 5 operatori di strada e di 5 mediatori culturali. Verranno forniti servizi di prima assistenza per garantire la regolarizzazione e l’assistenza specialistica, di tipo legale, sanitario o sociale. Inoltre, saranno attivate borse di integrazione sociale (alfabetizzazione linguistica, digitale, civica, ai diritti, patenti di guida o laboratori culturali) e lavorativa, grazie alla collaborazione di associazioni e aziende che si impegneranno a promuovere percorsi di formazione e inserimento professionale dedicati alle vittime di tratta.

Nelle province di Benevento ed Avellino sarà realizzato il progetto “I Piccoli Comuni del Welcome” (promosso dalla cooperativa sociale Il Melograno Onlus, contributo della Fondazione: 370 mila euro), che prevede percorsi formativi per 100 immigrati e la costituzione di 10 cooperative di comunità impegnate nei servizi di prossimità e attive nell’agricoltura sociale, nel turismo, nell’artigianato, nei servizi manutentivi e del welfare locale. Saranno realizzate anche attività di animazione culturale, sensibilizzazione e coinvolgimento della comunità migrante.

PUGLIA

In provincia di Lecce sarà avviato “Food Truck” (promosso dall’Associazione Culturale Agenzia Formativa Ulisse, contributo della Fondazione: 285 mila euro), per favorire l’inserimento lavorativo degli immigrati nel settore dello street food. 18 immigrati seguiranno un corso professionalizzante per operatore di cucina e, alcuni di loro, saranno coinvolti nella costituzione di una cooperativa sociale specializzata in street food attraverso l’utilizzo di due food truck, per vendere i prodotti nelle regioni del sud Italia in occasione di fiere, eventi e manifestazioni. Particolare attenzione nella creazione dei menu verrà riservata alla creazione dei menù e alla valorizzazione dei prodotti locali per ricreare i sapori delle terre di provenienza degli immigrati.

Il progetto “Amaranta – Fuori dalla tratta” (promosso dall’Associazione Micaela Onlus, contributo della Fondazione: 380 mila euro), che sarà realizzato a Bari, prevede la creazione di una Drop House, un centro diurno per donne immigrate costrette alla prostituzione, in una villa confiscata alla mafia. Il centro offrirà servizi sanitari, di ascolto, supporto e accompagnamento.

Si prevede inoltre: di potenziare il servizio di unità di strada utilizzando anche modalità differenti di contatto con le vittime (via chat – Viber, Whatsapp, Line – e un numero protetto di informazione), di attivare un laboratorio per l’inserimento socio-lavorativo di donne già accolte in strutture residenziali territoriali, attraverso l’ethnic food e la ristorazione domiciliare (sono previsti 15 tirocini formativi), di realizzare una campagna di contrasto alla prostituzione.

SARDEGNA

In provincia di Sassari sarà avviato il progetto “Artemisia” (promosso dalla cooperativa sociale La Luna, contributo della Fondazione: 310 mila euro), che impegnerà 10 immigrati in un corso di formazione sulla coltivazione e trasformazione delle piante officinali. Successivamente verrà costituita una nuova cooperativa sociale, Artemisia, che si occuperà della coltivazione delle piante (elicriso, lavanda e rosmarino) e della produzione dei corrispondenti olii essenziali destinati all’industria cosmetica. E’ prevista inoltre la creazione di un marchio sociale certificato dal CNR.

SICILIA

A Palermo sarà avviato il progetto “In gioco” (promosso dall’Associazione SEND, contributo della Fondazione: 365 mila euro), che prevede la formazione di 15 immigrati, 4 dei quali lavoreranno come “orientatori peer to peer”  per la realizzazione di uno sportello diffuso itinerante che permetterà di coinvolgere 1000 migranti in attività di orientamento ed empowerment. Alcuni saranno coinvolti in laboratori e tirocini. E’ inoltre previsto l’avvio di un’impresa sociale, ‘Giocherenda’, in cui 9 migranti usciti dal sistema di accoglienza potranno riprogettare il proprio futuro a partire dalla propria creatività attraverso la produzione e vendita, dopo una prima fase formativa, di giocatoli artigianali, accompagnata da attività laboratoriali artistiche e di narrazione.

Sarà sempre Palermo ad ospitare “Voci del Verbo Viaggiare – Accoglienza Mediterranea” (promosso dal Centro Astalli Palermo, contributo della Fondazione: 300 mila euro), che ha l’obiettivo di creare una start up sociale nella filiera del turismo esperienziale, favorendo l’integrazione socio-lavorativa di giovani, migranti e non, tra i 18 e i 35 anni. Inizialmente saranno coinvolti in attività di mentoring e formazione in tema di management imprenditoriale, con l’attivazione di borse lavoro. Successivamente sarà costituita la start up e sarà avviata la fase di incubazione presso CREZI+, incubatore di imprese creative all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa.  L’impresa neo-costituita offrirà prodotti e servizi di “accoglienza mediterranea”: gestione alloggi turistici, tour esperienziali, servizi di catering interculturale, mensa sociale, home cooking, cene narrative e exhibit multimediali connessi alla creazione di un Museo Diffuso delle Migrazioni. Previsto il coinvolgimento attivo dei migranti, le cui storie diventano leva di attrazione del turismo esperienziale.

INTERREGIONALI

CALABRIA, CAMPANIA, PUGLIA

Nelle province di Napoli, Caserta, Cosenza, Foggia, sarà avviato il progetto “Agrisocial street food” (promosso dal Consorzio di cooperative sociali Co.Re., contributo della Fondazione: 380 mila euro) che prevede di sviluppare, nel Consorzio Co.Re, un nuovo ramo d’azienda che permetterà dopo un percorso di formazione e tirocinio l’assunzione di 6 immigrati, 2 per ognuna delle 3 regioni coinvolte, che si occuperanno di “street food”, commercializzando i prodotti delle filiere agro-alimentari locali e creando commistioni con prodotti etnici.

CALABRIA, CAMPANIA, PUGLIA, SICILIA

Il progetto “Fare sistema oltre l’accoglienza” (promosso dalla Cooperativa sociale Formazione e Comunione, contributo della Fondazione 380 mila euro) – che sarà realizzato nelle province di Caserta, Foggia, Bari, Cosenza e Ragusa – prevede il coinvolgimento di 14 giovani immigrati in tirocini formativi, con la successiva assunzione con contratti a tempo determinato. Altri 6 saranno invece coinvolti, in qualità di soci lavoratori, nell’avvio di una nuova cooperativa sociale a Caserta impegnata nel settore dei servizi per l’ambiente.

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